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Non c'è da aspettarsi, però, l'arrivo di produzioni low budget, come spiega Nick Vivarelli, corrispondente italiano di Variety, quotidiano statunitense dell'industria dello spettacolo: «Anche con gli incentivi fiscali previsti dalla nuova normativa sul Tax credit, è difficile che l'Italia possa competere con i costi effettivamente più bassi dell'Europa dell'Est e quindi molte produzioni a basso budget, compresi certi film di genere, realisticamente non verranno qui. Quello che ci si può aspettare, invece, è che arrivi un maggior numero di produzioni con budget significativi, e che si fermino anche molto più a lungo di quanto fanno ora abitualmente».
Inoltre, è stata recentemente presentata a Roma la Borsa Internazionale delle location, un'iniziativa promossa dal Comune di Roma per promuovere accordi fra l'industria cinematografica e i territori, ispirata dal nuovo fenomeno del cineturismo, che nasce dall'interesse che uno spettatore manifesta verso un luogo dopo averlo visto in un film. Il che accade più spesso di quanto si pensi. L'obiettivo finale è il corto circuito positivo che dal maggior numero di produzioni girate sul territorio può portare a un maggior numero di turisti.
BUROCRAZIA VIRTUOSA
Un ruolo cruciale quando arrivano produzioni straniere sul territorio lo svolgono anche le film commission regionali, enti pubblici che hanno come scopo la promozione dell'industria audiovisiva, incentivando le imprese nazionali e internazionali del settore a investire e produrre localmente. Molto attiva è la film commission del Lazio, che lavora a stretto contatto con diverse produzioni internazionali. Come spiega il direttore Cristina
Priarone: «Gli Americani hanno una visione tradizionale di Roma. Vogliono delle location specifiche e noi cerchiamo di accontentarli, anche se a volte proviamo a proporre anche altri luoghi meno conosciuti. Tutti conoscono il Colosseo, ma non molti conoscono il Castello di Bracciano».
E tra le richieste, c'è spazio anche per qualche esigenza fantasiosa, come quella della fontana in più, raccontata da Cristina Priarone: «Ci è capitato recentemente che i produttori del film When in Rome (prodotto dalla Disney, in uscita negli Usa a fine gennaio 2010, ndr) ci chiedessero di poter costruire una fontana nel centro storico di Roma. Nessuna delle fontane esistenti nella città corrispondeva alle esigenze del copione e quindi volevano costruirne una ex novo. Dopo vari dinieghi da parte delle soprintendenze, preoccupate che poi i turisti pensassero che ci fosse una nuova fontana a Roma non indicata nelle guide, siamo riusciti a ottenere i permessi necessari per aiutare la produzione. E l'abbiamo costruita a Fontanella Borghese, dietro Montecitorio».
Un altro esempio interessante è l'ultima produzione hollywoodiana sbarcata in Italia, The American di Anton Corbijn, con George Clooney, prodotto dalla Focus Features. Il set, per due mesi, è in Abruzzo, regione che, vista l'emergenza post-terremoto, ora non può offrire gli incentivi di altre location.
Ciò che però ha conquistato la produttrice Anne Carey sono la bellezza e l'ospitalità abruzzese. Lo ricorda bene Renata De Giorgis, responsabile dell'organizzazione della Film commission abruzzese: «Nel 2004 invitammo dieci produttori americani a fare un giro delle nostre location. Anne rimase incantata e, a distanza di quattro anni, mi ha contattato dicendomi che aveva trovato il film perfetto da girare in Abruzzo. Ultimati i sopralluoghi, anche con il regista, è successa la disgrazia del terremoto. Ma i produttori non hanno voluto cambiare i piani. Ovviamente non era possibile girare nelle strade dell'Aquila, ma a Sulmona sì. Quando il film uscirà nelle sale di tutto il mondo, si vedrà chiaramente che è stato girato in Abruzzo, e speriamo che questo possa portare altri set nella nostra regione».
